venerdì 24 aprile 2015

Come il primo gelato...

Vi capita mai di provare sensazioni che vi riportano ai tempi dell'infanzia?
Magari per un sapore?
Ad esempio io ho un ricordo del sapore dell'anguria mangiata da bambino, che è molto più intenso del sapore dell'anguria odierna.
E tutte le volte che mangio l'anguria, immediatamente vengo riportato da quel sapore al ricordo di quel tempo.

Per me l'anguria era il 2 luglio...
La strada che si riempiva di bancarelle per la festa.
E lì, in un lato della strada, il venditore di angurie... Intere, o a fette da mangiare proseguendo la passeggiata in mezzo a quella bolgia di persone.

Era la festa delle famiglie.
Tutti per strada... Papà, mamme... bambini con il palloncino legato al polso.
Quando ci penso, mi sembra ancora di sentire quel vociare nelle orecchie.

 Poi ci sono le sensazioni legate a stati d'animo improvvisi.

Ad esempio, quando provo un attimo di felicità improvvisa.
Perchè magari ho ricevuto un suo messaggio... una sua foto...
oppure sono riuscito a fare qualcosa che la può rendere felice (e io divento subito felice)

Ecco, queste gioie improvvise mi riportano in mente il gelato.

Oggi giorno il gelato, quello vero, quello artigianale,  lo puoi  mangiare tutti i giorni.
Quando ero bambino io, nel mio piccolo paese, il gelato c'era solo d'estate.
Quello artigianale, quello buono era quello di "Stellin".
Negli altri mesi si limitava alla vendita di  caramelle, torroni... zucchero filato.

Solo a primavera inoltrata e d'estate Stellin usciva con la sua "ape frigo" a portare il gelato per le strade del paese.

Ti accorgevi che era arrivato il momento, perchè finalmente apriva la serranda del suo laboratorio.
Se eri uno dei bambini fortunati del vicolo, potevi entrare e guardarlo lavorare mentre con pazienza miscelava gli ingredienti per fare il suo gelato. Pochi gusti. Semplici. Genuini.


Quando finalmente arrivava per me il momento del primo gelato della stagione, quel gelato aveva per me un gusto particolare.
Era il più intenso.
Il più buono.
Forse perchè il più desiderato.

La gioia che provavo quando lo mangiavo era unica.
Intensa. Così intensa che mi accompagnava tutta la giornata.
A volte cercavo anche la conferma in mio fratello... "ma quanto era buono?"
E lui annuiva.
Quello era il gelato più buono.
Per tutto l'anno sarebbe rimasto il gelato più buono.
Sarebbe rimasto il sapore della gioia. Della felicità.

Adesso c'è lei
Lei è l'unica che ormai mi regala le piccole grandi gioie che mi riportano a quel gelato.
Lei è il gelato più buono della mia vita.
L'unico che non potrò mangiare.

Ma lei è così speciale che mi rende felice per il solo fatto che c'è e per quel poco di se che condivide con me.

Perchè non c'è nulla che io possa dire o fare... nulla a cui io possa rinunciare per avere in cambio lei.

Ma si sa... nella vita spesso otteniamo ciò di cui potremmo fare a meno e ...
  ...  questa è la mia vita.

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