domenica 8 novembre 2015

Parole ...


Telefonate... messaggi... parole...
A tutti ho chiesto di darmi un motivo che effettivamente potesse darmi una ragione per restare. Di non dirmi il solito "per tuo figlio" .
Il silenzio.
Nessuno ha saputo darmi un motivo per rimanere che non fosse vano. Nessuno ha saputo davvero capire il senso della mia domanda.
Eppure non era così difficile.
Oggi è domenica... tutti sono impegnati come sempre. Tutti sono nuovamente assorti nella loro vita.
Sono nuovamente solo.
C'è solo una persona che mi sta intasando la casella di messaggi. Messaggi che eviterò accuratamente di leggere, perché nella sua sensibilità so che lei mi ha sicuramente scritto la risposta giusta.
Ma io non è da lei che la voglio.
Forse sono un baro... o forse no?
Io volevo una risposta da determinate persone che... non da lei che so essere attaccata a me come una figlia al padre.
Noi non abbiamo un legame di sangue eppure... eppure lei è l'unica persona che mi riesce a far sentire davvero amato... peccato che io non cerchi questo da lei. Lei che mi giocava sulle ginocchia da bambina e mi chiamava zio... lei che oggi mi chiama papi, anche se sa come me che non sono il suo papi. Anche se devo ammettere che non mi sarebbe dispiaciuto esserlo.
Chissà, se lo fossi stato ora la sua vita sarebbe diversa... o forse no. Ci vorrebbe la sfera di cristallo per saperlo.

Purtroppo per restare, non basta pensare che serve agli altri... é necessario pensare che serva anche a se stessi.
E a me non serve. A me serve smettere di soffrire.

A me serve lei, quella lei che amo più di me stesso ma cui non apparterrò mai.

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